Editoriale

La morte di Diego Armando Maradona ha sconvolto tutto il mondo del calcio. Una notizia che ha colpito tutti però, calcio e non. Il più grande artista del pallone se n’è andato nella sua dimora di Tigre in Argentina. Una complicanza cardiorespiratoria durante la fase della convalescenza dopo il delicato intervento alla testa subito lo scorso 3 novembre. Maradona è l’esempio più calzante del genio e sregolatezza. Artista del pallone, un genio assoluto ma fuori dal campo, l’uomo Maradona è stato un cattivo esempio per le generazioni che sono nati a pane e Diego Armando Maradona.

Ieri alle porte di Buenos Aires è morto l’uomo, il calciatore è diventato leggenda. Maradona è eterno, lo è stato anche quando ha dovuto abbandonare il campo da gioco per quei vizi. Si infatti, quei vizi, che a Napoli lo hanno segnato enormemente. Napoli, la sua città, è stata gioia e dolore ma guai a parlar male di Diego sotto il Vesuvio, perchè, nonostante quella vita privata (un eufemismo, esponenzialmente pubblica) pienissima di sregolatezze, la gente di Napoli ha visto in lui il suo Re, il condottiero capace di condurla verso un riscatto sociale. Maradona venuto al mondo da Lanus ha costruito la sua vita e carriera verso quel riscatto che ha ottenuto con il Napoli e con l’Argentina.

Vincere a Napoli due campionati e diversi trofei nazionali ed internazionali, negli anni della Juventus, del Milan e dell’Inter è l’esatta dimostrazione di come Napoli ha amato il suo “Pibe de oro”. Diego si è caricato addosso un’intera nazione, l’Argentina, e nel 1986 corona il sogno dei suoi conterranei: vincere la coppa del mondo in Messico. Non contento di aver portato la sua nazionale in trionfo, lo fa con il Napoli che porta in trionfo al termine del campionato 1986/87. Maradona sfiora la doppietta con la nazionale, nel 1990 in Italia, ma una finale anomala a Roma contro la Germania, con un rigore inesistente gli toglie il secondo mondiale consecutivo. Pochi mesi prima però regala la doppietta a Napoli, con la vittoria del secondo campionato di Serie A.

Di lì inizia la parabola calcistica discendente di Diego. Fatti di cronaca extra calcistici, un rapporto incrinato con una parte della città di Napoli, le incomprensioni con il presidente del Napoli, Ferlaino, Maradona diventa più uomo da telegiornale che genio in campo. Nel 1992 lascia Napoli per far ritorno in Spagna. Nel 1994, durante i mondiale in USA, Maradona si presenta come un “figurino”, in forma smagliante, la positività dopo la prima gara e la squalifica fanno sprofondare Maradona in un baratro.

La storia di Diego Maradona è scritta dappertutto, documentari, video, interviste, aneddoti, di Maradona si sa praticamente tutto, non si conosceva però il giorno in cui il suo cuore avrebbe cessato di battere. Diego se l’è scelto pure importante, il 25 novembre, giorno in cui fanno l’anniversario George Best, altro talento sregolato del calcio mondiale ed il suo amico Fidel Castro. AD10S Diego! Eterno Maradona…