video choc fossa comune new york al tempo del coronavirus

Coronavirus: scavata una enorme fossa comune su un’isola del Bronx a New York. Nel cimitero di Hart Island viene sepolto chi non può permettersi un funerale o il cui corpo non è reclamato. Il coronavirus uccide diverse centinaia di persone ogni giorno a New York.

I corpi sono conservati in una cella frigorifera che può ospitare 3600 persone contro 900 di solito. Coloro che non saranno reclamati dalle famiglie entro 14 giorni saranno ora sepolti in una fossa comune sull’Isola di Hart nel Bronx. I neri saranno i più colpiti dalla malattia e pagheranno il prezzo più alto in vite umane. E’ il fallimento del modello americano.

Le immagini scattate da un drone mostrano gli operai al lavoro nel cimitero di Hart Island, di fronte al Bronx. La fossa, nella quale si vede che sono state deposte molte bare, ospita coloro che non possono permettersi un funerale o il cui corpo non è stato reclamato da nessuno. Di regola, in questo cimitero – adibito ad accogliere persone senza parenti o ai margini della società da 150 anni – vengono sepolti 25 feretri alla settimana. Un compito che spetta ai detenuti del carcere di Rikers Island. Questa volta, invece, l’amministrazione cittadina ha dovuto assumere decine di lavoratori a contratto. La stima è che le fosse accolgano venti defunti al giorno, cinque giorni alla settimana.

Nei giorni scoris il sindaco di New York Bill de Blasio aveva annunciato che non era da escludersi il ricorso a «sepolture temporanee», dato l’alto numero di decessi nella metropoli, e aveva indicato proprio Hart Island. «È il luogo che abbiamo usato storicamente» per questo tipo di situazione, aveva aggiunto de Blasio. Immagini forti, che arrivano da una città e da uno stato che stanno vivendo un’emergenza spaventosa. Basti pensare che il numero dei contagi nell’intero Stato di New York è più alto di quello della Spagna, che è la seconda nazione al mondo per positività accertate

Ma la conta viene resa più difficile dal fatto che pochi stati registrano l’etnia delle persone colpite dal virus. La questione è già al centro di un dibattito in America. Addirittura il prestigioso CDC-Center for Disease Control, l’ente federale di prestigio mondiale che sta sovrintendendo alla gestione della pandemia, viene accusato di occultare volutamente i dati sull’etnia, per nascondere l’amara realtà per cui i neri saranno i più colpiti dalla malattia e pagheranno il prezzo più alto in vite umane. Un gruppo di anestesisti dell’Università della Virginia ha lanciato l’allarme sui tamponi, sottolineando il rischio che la popolazione di colore non ne ricevesse in numero adeguato.

La questione è diventata politica: cinque membri democratici della Camera dei Rappresentanti hanno scritto al Governo, chiedendo di includere il dato dell’etnia nel conteggio dei contagi e dei decessi.

Coronavirus: l’enorme fossa comune a New York. Guarda il VIDEO