Silvio Berlusconi potrà tornare a dirigere pubblicamente il suo partito Forza Italia, infatti è proprio di oggi la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che dopo 10 mesi e mezzo di affidamento in prova ai servizi sociali di cancellazione dell’interdizione e quindi l’ex Premier potrà ritenersi libero. Il Tribunale ha cancellato l’interdizione dai pubblici uffici, sul capo di Berlusconi resteranno però gli effetti della legge Severino. Con la decisione ad effetto immediato, Silvio potrà andare a votare ma rimane solo il peso di non potere essere leggibile.

berlusconi-pena-espiataGrande soddisfazione ad Arcore, dopo mesi di trambusto, l’ex Premier ha ricevuto l’istanza con grande soddisfazione, un primo passo verso la “libertà” completa. La vicenda riguarda lo spinoso processo Mediaset con Berlusconi condannato in via definitiva a 4 anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto, ed uno espiato con i servizi sociali che visto il Cavaliere impegnato per diversi mesi.

Legge Severino che pende ancora a carico di Berlusconi:

“La legge 190/2012, Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, è una legge della Repubblica Italiana, in tema di corruzione. Il provvedimento è conosciuto anche come legge Severino dal nome del Ministro della Giustizia del Governo Monti Paola Severino, che ha redatto i decreti attuativi della legge.

L’esigenza di una normativa in tema traeva il suo presupposto dagli allarmanti studi compiuti dall’UE e dall’OCSE in materia di corruzione che stimavano un costo per lo Stato di 60 miliardi l’anno, pari al 3,8% del Pil (con una media UE dell’1%) e dal rapporto, datato 2011 in cui l’Italia figurava come il terzo paese OCSE più corrotto, con un punteggio CPI (Corruption Perception Index) pari a 6.1 subito dopo Messico e Grecia.

Per questo motivo il 1 maggio 2010 il Governo Berlusconi IV varò, su proposta del Ministro della Giustizia Angelino Alfano un disegno di legge contenente misure per la prevenzione e la repressione della corruzione nella Pubblica Amministrazione.

L’iter di approvazione della legge fu lungo e travagliato e terminò solo durante il Governo Monti, che vi apporto alcune modifiche, incontrando tuttavia l’iniziale opposizione de Il Popolo della Libertà.

La legge 190/2012 affidava inoltre sette deleghe al governo italiano per redigere delle misure per la prevenzione e la repressione della corruzione nella pubblica amministrazione. Di queste deleghe solo quattro furono attuate, mentre le altre tre decaddero. Alla legge seguirono quindi quattro decreti attuativi: il decreto legislativo 235/2012, il decreto legislativo 33/2013, il decreto legislativo 39/2013 ed il Decreto del Presidente della Repubblica 62/2013”.

Redazione Peoplexpress