Eppure anche i grandi attori sono passati da episodi che potevano troncare una carriera poi diventata straordinaria, è la storia di Al Pacino, fresco settantacinquenne, che al Guardian rivela che nel ruolo di Michael Corleone nel colossal Il Padrino ha rischiato di essere licenziato per una serie di divergenze con la produzione, la Warner Bros. Pensate un Al Pacino che ottenne un grande successo nella magnifica pellicola The Godfather e che si lanciò nel grande cinema da allora, ha rischiato di non partecipare, una sua esclusione avrebbe senza dubbio cambiato forse la propria carriera.

al-pacino-in-the-godfather-part-II-1974Al Guardian, Al Pacino rivela: “Rischiai di essere licenziato sul set del Padrino. Non erano convinti che fossi l’uomo adatto per il ruolo di Michael Corleone per divergenze con la produzione (Warner Bros ndr). Figlio di Don Vito Corleone, protagonista della prima della saga Il Padrino, Al Pacino interpreta il figlio più piccolo di Don Vito, quel rampollo che il vecchio padrino vorrebbe che studiasse e non continuasse la storia della loro famiglia, immigrati in America, di chiare origini siciliane e potenti mafiosi.

“Il personaggio di Michael Corleone non sono mai riuscito a vederlo come un gangster, ho sempre pensato che la forza del suo personaggio fosse la sua enigmaticità, questo mio modo di vedere il ruolo fu condiviso solo da Francis Ford Coppola, l’unico a volermi nella parte. È stato il ruolo più difficile da interpretare in tutta la mia carriera”.

Al Pacino non ha ricordato che avvenne un altro episodio che poteva ostacolare la sua presenza nel Padrino II, infatti le riprese del film si svolsero tra l’uno ottobre 1973 e il 19 giugno 1974, con un totale di centoquattro giorni di riprese. Le scene ambientate a Cuba vennero in realtà girate a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, qui Al Pacino si ammalò di polmonite e ritardò le riprese di un mese. Era un predestinato, Al Pacino dal Padrino ha condotto una carriera straordinaria.

Redazione Peoplexpress