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Termini aperti e protocolli chiusi. Migliaia di cittadini “impallati” perché gli uffici adibiti alla ricezione degli atti sono chiusi. Dopo la sospensione forzata dall’Emergenza Covid-19 e la necessaria decisione di sospendere i termini per molti incombenti di natura amministrativa e processuale, con una serie di norme inserite nei vari decreti susseguitisi durante la cosiddetta “Fase 1” che li hanno progressivamente prorogati differenziandoli a seconda dei tipi, i cittadini oggi s’iniziano a scontrare con l’amara realtà che molti degli uffici pubblici demandati alla ricezione degli atti, noti anche come “uffici protocollo” o le cancellerie per l’iscrizione a ruolo degli atti, specialmente quelli dei Giudici di Pace, risultano essere chiusi al pubblico.

Un vero e proprio black out normativo che sta gettando nell’incertezza coloro che vorrebbero depositare gli atti “a mano” e senza l’ausilio di patrocinatori, ma che si troverebbero costretti a inoltrare le proprie istanze a mezzo raccomandata postale con i conseguenti aggravi di costi oppure a mezzo pec, ma sappiamo che questa forma di trasmissione della corrispondenza non è ancora obbligatoria né diffusa tra tutta la cittadinanza.

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Anche gli uffici protocollo di alcune amministrazioni sono ancora chiusi, mentre i termini amministrativi riprenderanno a far data da domani 16 maggio, gettando, così nell’ulteriore incertezza migliaia di cittadini che non potranno recarvisi per effettuare la consegna di documenti e atti, molti dei quali potrebbero essere in scadenza e che si vedranno costretti ad attivarsi per vie alternative al fine di farli pervenire a destinazione in assenza di ulteriori determinazioni governative in merito.

È necessario, quindi, per lo “Sportello dei Diritti”, un nuovo ed immediato intervento del Governo, per sanare questa grave carenza, rinnovando ulteriormente la sospensione dei termini sostanziali, processuali e amministrativi finchè non sarà consentita la riapertura al pubblico dei suddetti uffici. (Fonte Sportello dei Diritti).